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[ Febbraio 19, 2022 0 Comments ]

Il concetto di costo di produzione

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All’interno di un’azienda il costo può essere definito come “quel sacrificio economico che la stessa sopporta per lo svolgimento di un’attività” (Catturi 2000) (ad esempio per l’acquisizione di un macchinario). Questo dunque nasce all’interno di quello che è il normale processo aziendale di produzione-acquisto-vendita. In particolare poi, possiamo definire il costo di produzione come “il valore monetario delle risorse impiegate per la realizzazione dei processi di produzione economica messi in atto dalle aziende” (Arcari 2013 pag 9). Questo si distingue dal costo d’acquisto in quanto, mentre il primo fa riferimento al sacrificio monetario necessario per avere la disponibilità del fattore produttivo, il secondo fa riferimento ad un calcolo che “impone l’attribuzione di un valore … ai diversi fattori produttivi impiegati (non necessariamente tutti), i cui consumi richiedono di essere rilevati attraverso il ricorso ad indicatori tecnico-fisici” (Arcari 2013 pag 10). Obbiettivo importante sarà quindi quello di attribuire tali costi ad uno specifico oggetto di riferimento, che potrà essere un prodotto, un’unità produttiva, una funzione aziendale, una classe di clienti o un’area geografica. Questo consentirà il perseguimento di alcuni importanti scopi quali:

  • la realizzazione di un’analisi economica sulla redditività per comprendere le business area maggiormente redditizie per l’azienda;
  • il controllo dei risultati di gestione per verificare “il grado di raggiungimento degli obbiettivi e la stima di eventuali scostamenti tra quanto preventivato e quanto ottenuto a consuntivo” (Fasone 2013 pag 15)
  • lo svolgimento di calcoli sulla convenienza economica sia per le decisioni di breve che per le decisioni di lungo termine, sia per le decisioni di natura operativa che per quelle di natura strategica.

A questo punto è importante ricordare che i costi possono assumere connotati diversi nell’ambito della contabilità generale rispetto all’ambito della contabilità analitica. La contabilità generale consente la rilevazione in via consuntiva dei dati riferiti alle operazioni che l’azienda effettua con i soggetti dell’ambiente esterno (fornitori, clienti, altri operatori), permette l’osservazione degli effetti prodotti dalle varie operazioni sugli equilibri generali aziendali, rileva i fatti di esterna gestione ed è finalizzata alla determinazione del reddito di periodo. Diversamente, la contabilità analitica favorisce l’analisi dei dati riferiti alle operazioni interne al sistema aziende.

Torniamo quindi a parlare del costo di produzione; questo può anche essere definito come “l’onere sostenuto per lo svolgimento di una determinata attività produttiva” (Sòstero 1991 pag 13). Le attività produttive che possono essere oggetto di calcolo del costo di produzione sono i processi produttivi oppure le produzioni. Sono processi produttivi quando si individuano come oggetti di calcolo, all’interno della complessiva attività di un’azienda, determinate fasi di attività o singole aree produttive, che vengono chiamate centri di costo, che svolgono un’attività relativamente omogenea (Sòstero 1991 pag 14). Ad esempio le aree che si occupano della trasformazione dei fattori produttivi, le aree che si occupano dei servizi ausiliari alla produzione o le aree che si occupano della commercializzazione dei beni o servizi. Si tratta, invece, di produzioni quando si individuano come oggetti di calcolo i beni o servizi alla cui vendita o erogazione è finalizzato il processo produttivo dell’azienda (Sòstero 1991 pag 15); ci si può in questo caso riferire sia a produzioni finali già completate che a processi produttivi da cui derivano beni o servizi intermedi.

Per ciascun oggetto di calcolo è possibile individuare quali siano i beni o i servizi utilizzati nello svolgimento dell’attività produttiva: essi ne costituiscono i fattori produttivi (Sòstero 1991 pag 15). A questo punto possiamo dunque distinguere il costo di impiego dei fattori produttivi ed il costo di produzione. Il costo di produzione si calcola come somma dei costi di impiego dei fattori produttivi utilizzati per lo svolgimento dell’attività produttiva oggetto di calcolo, individuata con riferimento ad un processo produttivo o ad una determinata produzione (Sòstero 1991 pag 16).

Oltre che dalle modalità di calcolo, il costo di produzione è determinato anche dalle scelte che ne determinano la configurazione; tali scelte si riferiscono alle modalità di osservazione delle attività produttive oggetto di calcolo e alla dimensione del costo, che si riferiscono ai costi di impiego da inserire nel calcolo (Sòstero 1991 pag 18). Riguardo alla modalità di osservazione, la differenziazione può avvenire sotto due profili. Un primo profilo riguarda la collocazione delle attività produttive nel tempo: possiamo avere costi consuntivi di produzione se i costi di produzione si calcolano con riferimento ad attività svolte nel passato e costi preventivi di produzione se ci riferiamo a costi previsti per attività di futuro svolgimento (Sòstero 1991 pag 18). Un secondo profilo consente di distinguere le attività produttive a seconda che siano espressione di una realtà già verificata o prevista o che siano l’espressione di un’ipotesi alternativa per il futuro o che avrebbe potuto realizzarsi in passato: avremo quindi effettivamente un costo di produzione o potenziale di produzione

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[ Febbraio 12, 2022 0 Comments ]

La composizione negoziata, le segnalazioni dei creditori qualificati

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Come preannunciato iniziato una serie di articoli nell’intento di favorire spunti ed esplicazioni sul nuovo istituto della composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa, introdotto dal D.L. 24.08.2021, n. 118, poi convertito, con modificazioni, dalla L. 21.10.2021, n. 147, il Parlamento, in sede di conversione in legge del D.L. 6.11.2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR, ha reintrodotto, o, meglio, anticipato la decorrenza degli obblighi a carico dei creditori pubblici qualificati di segnalare alle imprese i casi in cui i loro debiti per determinati oneri eccedono gli specifici parametri stabiliti dalla norma (c.d. allerta esterna).

Si ricorda preliminarmente che con il D.L. 118/2021, il Governo, a fronte dell’aumento delle imprese in difficoltà e della necessità di fornire nuovi ed efficaci strumenti per prevenire e affrontare situazioni di crisi, abbia previsto varie misure, tra cui:

  • un ulteriore rinvio (al 16.05.2022) dell’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa (D.Lgs. 12.01.2019, n. 14);
  • l’introduzione dell’istituto della composizione negoziata, strumento di ausilio alle imprese in difficoltà finalizzato al loro risanamento;
  • la modifica della legge fallimentare, con l’anticipazione di alcuni strumenti di composizione negoziale già previsti dal Codice della crisi;
  • il rinvio al 31.12.2023 delle disposizioni del Codice della crisi sulle misure di allerta (indicatori, obblighi di segnalazione degli organi societari e dei creditori pubblici qualificati, OCRI).

Durante il passaggio parlamentare per la conversione in legge del D.L. 152/2021, avvenuta a opera della L. 29.12.2021, n. 233, la V Commissione Permanente (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei Deputati ha inserito nel testo, tra gli altri, gli artt. 30-ter, 30-quater, 30-quinquies e 30-sexies, contenenti disposizioni integrative alla disciplina della composizione negoziata della crisi d’impresa.

L’art. 30-sexies regola le segnalazioni dei creditori pubblici qualificati, stabilendo le modalità di notifica dei flussi informativi nei rapporti tra i contribuenti e tali creditori, al fine di garantire il funzionamento del meccanismo di allerta esterna.
In particolare, è disposto che l’Inps, l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione segnalino all’imprenditore e, ove esistente, all’organo di controllo (presidente del collegio sindacale in caso di organo collegiale), tramite PEC o, in mancanza, raccomandata A/R, inviata all’indirizzo risultante dall’anagrafe tributaria, l’esistenza di posizioni debitorie eccedenti determinati parametri, con invito a richiedere la composizione negoziata, se ne ricorrono i presupposti.

Dunque attraverso l’art. 1 L. 147/2021, il legislatore ha rinviato al 2024 l’entrata in vigore dei sistemi di allerta attivabili dagli organi esterni all’impresa.

La disciplina relativa alla procedura di composizione

negoziata della crisi è stata recentemente integrata dagli artt. da 30-ter a 30-sexies L. 29.12.2021, n. 233, di conversione al D.L. 152/2021.
In primo luogo, è riconosciuto all’esperto nominato dalla CCIAA, previo consenso dell’imprenditore e nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali, l’accesso alle singole banche dati al fine di estrarre la documentazione e le informazioni necessarie per l’avvio o la prosecuzione delle trattative con i creditori e le parti interessate.
I creditori, inoltre, parteciperanno alla procedura accedendo alla piattaforma telematica nazionale e inserendo al suo interno le informazioni sulla propria posizione creditoria e i dati eventualmente richiesti dall’esperto.

In particolare, Agenzia delle Entrate, Inps e Agenzia delle Entrate-Riscossione accedono ai documenti e alle informazioni inseriti nella piattaforma dall’imprenditore al momento della presentazione dell’istanza di nomina dell’esperto indipendente o nel corso delle trattative.

Sulla piattaforma telematica nazionale è disponibile un programma gratuito che elabora i dati necessari per accertare la sostenibilità del debito esistente e che consente all’imprenditore di condurre il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento e per l’elaborazione dei piani di rateizzazione; se l’indebitamento complessivo dell’imprenditore non supera l’importo di 30.000 euro e, all’esito dell’elaborazione condotta dal programma, tale debito risulta sostenibile, il programma elabora un piano di rateizzazione.

L’imprenditore comunica la rateizzazione ai creditori interessati avvertendoli che, se non manifestano il proprio dissenso entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione, il piano si intenderà approvato e sarà eseguito secondo le modalità e i tempi nello stesso indicati.

Segnalazioni dei creditori pubblici qualificati – La recente normativa disciplina le segnalazioni dei creditori pubblici qualificati le quali contengono, se ne sussistono i presupposti, l’invito all’imprenditore a richiedere la Composizione negoziata della crisi. In sostanza, gli Enti creditori segnalano all’imprenditore e, ove esistente, all’organo di controllo, nella persona del presidente del collegio sindacale in caso di organo collegiale, tramite PEC:

  • per l’Inps, il ritardo di oltre 90 giorni nel versamento di contributi previdenziali accertati a decorrere dal 1.01.2022, di ammontare superiore in relazione ai debiti:
    • per le imprese con lavoratori subordinati e parasubordinati, al 30 % di quelli dovuti nell’anno precedente e all’importo di € 15.000;
    • per le imprese senza lavoratori subordinati e parasubordinati, all’importo di € 5.000;
  • per l’Agenzia delle Entrate, l’esistenza di un debito scaduto e non versato relativo all’Iva, risultante dalla comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche, relative al 1° trimestre 2022, superiore all’importo di € 5.000;
  • per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, l’esistenza di crediti affidati per la riscossione, autodichiarati o definitivamente accertati e scaduti da oltre 90 giorni, in relazione ai carichi affidati a decorrere dal 1.07.2022, superiori ai seguenti importi:
    • per le imprese individuali, all’importo di € 100.000;
    • per le società di persone, all’importo di € 200.000;
    • per le altre società, all’importo di € 500.000.

 

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[ Febbraio 7, 2022 0 Comments ]

IL Decreto Sostegno TER

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Abbiamo voluto mettere a disposizione dei nostri clienti un riassunto sulle principali novità del Decreto Sostegni Ter.

Inoltre informiamo che dalla prossima settimana avremo l’uscita di articoli che descriveranno ed analizzano la “NUOVA COMPOSIZIONE NEGOZIATA DELLA CERISI”

Naturalmente non mancheranno dai nostri professionisti osservazioni sulla politica, sull’economia e sulla finanza.

Gli argomenti del decreto  sono divisi per settore e esplicato il riferimento dell’articolo di legge.

 

Misure di sostegno per le attività chiuse

                                      Art 1

Fondo per il sostegno delle attività economiche chiuse (art. 2 D.L. 73/2021) è rifinanziato per l’anno 2022 con nuove risorse destinate alle attività che, alla data del 27.01.2022, risultano chiuse in conseguenza delle misure di prevenzione adottate dall’art. 6, c. 2 D.L. 221/2021. Per l’attuazione della disposizione si applicano, in quanto compatibili, le vigenti misure attuative disciplinate dall’art. 2 D.L. 73/2021. 

  • Per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, aventi il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato, le cui attività sono vietate o sospese fino al 31.01.2022, ai sensi dell’art. 6, c. 2 D.L.

221/2021, sono sospesi: 

  1. i termini relativi ai versamenti delle ritenute alla fonte relative a lavoratori dipendenti e assimilati e delle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d’imposta, nel mese di gennaio 2022;
  2. i termini dei versamenti relativi all’Iva in scadenza nel mese di gennaio 2022.
  • I versamenti sospesi sono effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il

16.09.2022. Non si fa luogo al rimborso di quanto già versato.

 

Fondo per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio

                                         Art. 2  

  • Al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento adottate per l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e di prevedere specifiche misure di sostegno per i soggetti maggiormente incisi, nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo Economico è istituito un fondo, denominato «Fondo per il rilancio delle attività economiche», con una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2022, finalizzato alla concessione di aiuti in forma di contributo a fondo perduto a favore delle imprese, in possesso dei requisiti richiesti, che svolgono in via prevalente attività di commercio al dettaglio identificate dai seguenti codici della classificazione delle attività economiche ATECO 2007: 19, 47.30, 47.43, tutte le attività dei gruppi 47.5 e 47.6, 47.71, 47.72, 47.75, 47.76, 47.77, 47.78, 47.79, 47.82, 47.89 e 47.99.
  • Per beneficiare degli aiuti previsti, le imprese interessate devono presentare un ammontare di ricavi riferito al 2019 non superiore a 2 milioni di euro e avere subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019. Ai fini della quantificazione della riduzione del fatturato rilevano i ricavi di cui all’art. 85, c. 1, lett. a) e b) Tuir, relativi ai periodi d’imposta 2019 e 2021.
  • Alla data di presentazione della domanda le medesime imprese devono essere, altresì, in possesso dei seguenti requisiti:
  1. avere sede legale od operativa nel territorio dello Stato e risultare regolarmente costituite, iscritte e attive nel Registro delle Imprese per una delle attività citate;
  2. non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie;
  3. non essere già in difficoltà al 31.12.2019, come da definizione stabilita dall’art. 2, p. 18 del regolamento (UE) n.

651/2014, fatte salve le eccezioni previste dalla disciplina europea di riferimento in materia di aiuti Stato; 

  1. non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’art. 9, c. 2, lett. d) D.Lgs. 231/2001.
  • I contributi sono concessi nei limiti delle risorse finanziarie, ai sensi e nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dalla Sezione 3.1 del «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19», di cui alla comunicazione della Commissione europea 2020/C 91 I/01, ovvero, successivamente al periodo di vigenza dello stesso, del regolamento (UE) n. 1407/2013. Nel caso di applicazione del predetto Quadro temporaneo, la concessione degli aiuti è subordinata, ai sensi dell’art. 108, par. 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, all’autorizzazione della Commissione europea.
  • Al fine di ottenere il contributo, le imprese interessate presentano, esclusivamente in via telematica, un’istanza al Ministero dello Sviluppo Economico, con l’indicazione della sussistenza dei requisiti previsti, comprovati attraverso apposite dichiarazioni sostitutive rese ai sensi del Dpr 445/2000.
  • L’istanza deve essere presentata entro i termini e con le modalità definite con provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico, con il quale sono fornite, altresì, le occorrenti indicazioni operative in merito alle modalità di concessione ed erogazione degli aiuti e ogni altro elemento necessario all’attuazione della misura. Il medesimo provvedimento fornisce le necessarie specificazioni in relazione alle verifiche e ai controlli, anche con modalità automatizzate, relative ai contenuti delle dichiarazioni rese dalle imprese richiedenti nonché al recupero dei contributi nei casi revoca, disposta ai sensi
  • dell’art. 9 D.Lgs. 123/1998 in caso di rilevata assenza di uno o più requisiti, ovvero di documentazione incompleta o irregolare, per fatti comunque imputabili al richiedente e non sanabili.
  • In ogni caso, all’erogazione del contributo non si applicano le disposizioni di cui all’art. 48-bis Dpr 602/1973 e le verifiche sulla regolarità contributiva delle imprese beneficiarie.
  • Successivamente alla chiusura del termine finale per la trasmissione delle istanze di accesso al contributo, fissato con provvedimento, le risorse finanziarie del fondo sono ripartite tra le imprese aventi diritto, riconoscendo a ciascuna delle predette imprese un importo determinato applicando una percentuale pari alla differenza tra l’ammontare medio mensile dei ricavi relativi al periodo d’imposta 2021 e l’ammontare medio mensile dei medesimi ricavi riferiti al periodo d’imposta, come segue:
  1. 60%, per i soggetti con ricavi relativi al periodo d’imposta 2019 non superiori a 400.000 euro;
  2. 50%, per i soggetti con ricavi relativi al periodo d’imposta 2019 superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro;
  1. 40%, per i soggetti con ricavi relativi al periodo d’imposta 2019 superiori a 1 milione di euro e fino a 2 milioni di euro.
  • Ai fini della quantificazione del contributo rilevano i ricavi di cui all’art. 85, c. 1, lett. a) e b) Tuir.
  • Resta fermo che, con riferimento a ciascuna impresa istante, l’importo del contributo determinato è ridotto qualora necessario al fine di garantire il rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato.
  • Ai predetti fini, il provvedimento individua, tra l’altro, anche le modalità per assicurare il rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dalla disciplina in materia di aiuti di Stato applicabile.
  • Qualora la dotazione finanziaria non sia sufficiente a soddisfare la richiesta di agevolazione riferita a tutte le istanze ammissibili, successivamente al termine ultimo di presentazione delle stesse, il Ministero dello Sviluppo Economico provvede a ridurre in modo proporzionale il contributo sulla base delle risorse finanziare disponibili e del numero di istanze ammissibili pervenute, tenendo conto delle diverse fasce di ricavi.

 

Sostegno attività particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica

                                         Art. 3

  • La dotazione del Fondo di cui all’art. 26 D.L. 41/2021 è incrementata di 20 milioni di euro, per l’anno 2022, da destinare a interventi in favore dei parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici.
  • Per il contributo previsto a sostegno dei settori del wedding, dell’intrattenimento, dell’HORECA e altri settori in difficoltà dall’art. 1-ter D.L. 73/2021, in considerazione degli effetti dell’emergenza epidemiologica, per l’anno 2022 sono stanziati 40 milioni di euro, che costituisce limite massimo di spesa, da destinare ad interventi per le imprese che svolgono, come attività prevalente comunicata, una di quelle attività identificate dai seguenti codici della classificazione delle attività economiche ATECO: 09.05, 56.10, 56.21, 56.30, 93.11.2, che nell’anno 2021 hanno subito una riduzione dei ricavi non inferiore al 40% rispetto ai ricavi del 2019. Per le imprese costituite nel corso dell’anno 2020, in luogo dei ricavi, la riduzione deve fare riferimento all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dei mesi del 2020 successivi a quello di apertura della partita Iva rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2021.
  • Il credito d’imposta sulle rimanenze finali di magazzino nel settore tessile, della moda e degli accessori di cui all’art. 48bis D.L. 34/2020 è riconosciuto, per l’esercizio in corso al 31.12.2021, anche alle imprese operanti nel settore del commercio dei prodotti tessili, della moda, del calzaturiero e della pelletteria che svolgono attività identificate dai seguenti codici della classificazione delle attività economiche ATECO 2007:51, 47.71, 47.72.

 

Sostegno al turismo

                                         Art. 4

  • Il Fondo unico nazionale del turismo di cui all’art. 1, c. 366 L. 234/2021 è incrementato di 100 milioni di euro per l’anno 2022.
  • Con riferimento alle assunzioni effettuate dal 1.01.2022 al 31.03.2022, l’esonero contributivo di cui all’art. 7 D.L. 104/2020 è riconosciuto, con le medesime modalità, limitatamente al periodo dei contratti stipulati e comunque fino a un massimo di 3 mesi, per le assunzioni a tempo determinato o con contratto di lavoro stagionale nei settori del turismo e degli stabilimenti termali. In caso di conversione dei detti contratti in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, l’esonero è riconosciuto per un periodo massimo di 6 mesi dalla predetta conversione.
  • Il beneficio è riconosciuto nel limite di risorse stanziate per l’anno 2022.

 

Credito d’imposta imprese turistiche per canoni di locazione di immobili

                                         Art. 5  

  • Il credito d’imposta locazioni di cui all’art. 28 D.L. 34/2020 spetta alle imprese del settore turistico, con le modalità e alle condizioni ivi indicate in quanto compatibili, in relazione ai canoni versati con riferimento a ciascuno dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022.
  • Il credito d’imposta spetta a condizione che i soggetti abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel mese di riferimento dell’anno 2022 di almeno il 50% rispetto allo stesso mese dell’anno 2019.
  • Le disposizioni si applicano nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dalla Comunicazione della Commissione Europea 19.03.2020 C(2020) 1863 final «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19».
  • Gli operatori economici presentano apposita autodichiarazione all’Agenzia delle Entrate attestante il possesso dei requisiti e il rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dalle Sezioni 3.1 «Aiuti di importo limitato» e 3.12 «Aiuti sotto forma di sostegno a costi fissi non coperti» della predetta Comunicazione. Le modalità, i termini di presentazione e il contenuto delle autodichiarazioni sono stabiliti con provvedimento del direttore dell’Agenzia medesima, da adottare entro 30 giorni dal 27.01.2022.
  • L’efficacia della presente misura è subordinata, ai sensi dell’art. 108, par. 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, all’autorizzazione della Commissione Europea.

 

Buoni per servizi termali

                                         Art. 6

  • In considerazione della permanente situazione di emergenza epidemiologica, i buoni per l’acquisto di servizi termali, di cui all’art. 29-bis D.L. 104/2020, non fruiti alla data dell’8.01.2022, sono utilizzabili entro la data del 03.2022.

 

Disposizioni in materia di trattamenti di integrazione salariale

                                         Art. 7

  • I datori di lavoro dei settori di cui ai codici ATECO indicati nell’allegato I che, a decorrere dalla data del 1.01.2022 fino al 31.03.2022, sospendono o riducono l’attività lavorativa ricorrendo agli ammortizzatori sociali, ai sensi del D.Lgs.

148/2015, sono esonerati dal pagamento della contribuzione addizionale di cui agli artt. 5 (per la CIGO e per la CIGS) e 29, c. 8 (per il Fondo di integrazione salariale) D.Lgs. 148/2015. 

 

Misure urgenti di sostegno per il settore della cultura

                                         Art. 8

  • I fondi emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo di cui all’art. 89, c. 1 D.L. 18/2020 sono incrementati per l’anno 2022 di 50 milioni di euro per la parte corrente e di 25 milioni di euro per gli interventi in conto capitale.
  • Il fondo emergenze imprese e istituzioni culturali di cui all’art. 183, c. 2 D.L. 34/2020 è incrementato di 30 milioni di euro per l’anno 2022.
  • È prorogato dal 31.12.2021 al 30.06.2022 l’esonero dal versamento del canone patrimoniale unico per gli esercenti attività di spettacolo viaggiante e attività circensi di cui all’art. 65, c. 6 D.L. 73/2021. A tali fini, il relativo fondo è incrementato di 3,5 milioni di euro per l’anno 2022.

 

Disposizioni urgenti in materia di sport

                                         Art. 9  

  • Al fine di sostenere gli operatori del settore sportivo interessati dalle misure restrittive introdotte con il D.L. 229/2021, le disposizioni di cui all’art. 81 D.L. 104/2020 riguardanti il credito d’imposta sulle sponsorizzazioni sportive, già prorogate dall’art. 10, c. 1 D.L. 783/2021, si applicano anche per gli investimenti pubblicitari effettuati dal 1.01.2022 al 31.03.2022, con contemporaneo aumento delle risorse a valere sul 1° trimestre 2022.
  • Al fine di sostenere gli operatori del settore sportivo interessati dalle misure restrittive introdotte con il D.L. 229/2021, la dotazione del fondo di cui all’art. 10, c. 3 D.L. 73/2021 è incrementata di euro 20 milioni per l’anno 2022. Tale importo costituisce limite di spesa ed è destinato all’erogazione di un contributo a fondo perduto a ristoro delle spese sanitarie di sanificazione e prevenzione e per l’effettuazione di test di diagnosi dell’infezione da COVID-19, nonché di ogni altra spesa sostenuta in applicazione dei protocolli sanitari emanati dagli Organismi sportivi e validati dalle autorità governative competenti per l’intero periodo dello stato di emergenza nazionale, in favore delle società sportive professionistiche e delle società ed associazioni sportive dilettantistiche iscritte al registro nazionale delle associazioni e società dilettantistiche.
  • Per far fronte alla crisi economica determinatasi in ragione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 introdotte con il D.L. 229/2021, le risorse del «Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano» possono essere parzialmente destinate all’erogazione di contributi a fondo perduto per le associazioni e società sportive dilettantistiche maggiormente colpite dalle restrizioni, con specifico riferimento alle associazioni e società sportive dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi. Una quota delle risorse, fino al 30% della dotazione complessiva del fondo, è destinata alle società e associazioni dilettantistiche che gestiscono impianti per l’attività natatoria. Con decreto dell’Autorità politica delegata in materia di sport, da adottarsi entro 30 giorni dal 27.01.2022, sono individuate le modalità e i termini di presentazione delle richieste di erogazione dei contributi, i criteri di ammissione, le modalità di erogazione, nonché le procedure di controllo, da effettuarsi anche a campione.
  • Al «Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano» sono destinate nuove risorse per l’anno 2022.

 

 

Piano transizione 4.0

                                      Art. 10

  • Per la quota superiore a 10 milioni di euro degli investimenti dal 1.01.2023 al 31.12.2015 in beni strumentali nuovi indicati nell’allegato A L. 232/2016 (beni materiali 4.0) inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 5% del costo fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro (anziché 20 milioni di euro).

 

Riduzione oneri di sistema per I° trimestre 2022 per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW

                                      Art. 14

  • Per ridurre gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) provvede ad annullare, per il 1° trimestre 2022 con decorrenza dal 1.01,.2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.

 

Contributo straordinario a imprese energivore

                                      Art. 15

  • Alle imprese a forte consumo di energia elettrica di cui al D.Mise 21.12.2017, i cui costi per kWh della componente energia elettrica, calcolati sulla base della media dell’ultimo trimestre 2021 ed al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30% relativo al medesimo periodo dell’anno 2019, anche tenuto conto di eventuali contratti di fornitura di durata stipulati dall’impresa, è riconosciuto un contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di credito di imposta, pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel 1° trimestre 2022.
  • Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione nel modello F24. Non si applicano i limiti di cui all’art. 1, c. 53 L. 244/2007 e di cui all’art. 34 L. 388/2000.
  • Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile Irap e non rileva ai fini del rapporto di cui agli artt. 61 e 109, c. 5 Tuir.
  • Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile Irap, non porti al superamento del costo sostenuto.
  • Il Ministero dell’Economia effettua il monitoraggio delle fruizioni del credito d’imposta.

 

Interventi sull’elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili

                                      Art. 16  

  • A decorrere dalla data del 1.02.2022 e fino alla data del 31.12.2022, sull’energia elettrica immessa in rete da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di premi fissi derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato, nonchè sull’energia elettrica immessa da impianti di potenza superiore a 20 kW alimentati da fonte solare, idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono a meccanismi di incentivazione, è applicato un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia.
  • Per tali finalità, il Gestore dei Servizi Energetici – GSE S.p.A. (GSE) calcola la differenza tra i valori di cui alle seguenti lettere:
  1. un prezzo di riferimento medio fissato pari alla media dei prezzi zonali orari registrati dalla data di entrata in esercizio dell’impianto fino al 31.12.2020, rivalutati sulla base del tasso di variazione annuo dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati rilevati dall’ISTAT, ovvero, qualora l’impianto sia entrato in esercizio in data antecedente al 1.01.2010, alla media dei prezzi zonali orari registrati dal 1.01.2010 al 31.12.2020 rivalutati secondo la medesima metodologia;
  2. il prezzo zonale orario di mercato dell’energia elettrica, ovvero, per i contratti di fornitura stipulati prima della data del 27.01.2022 che non rispettano le condizioni previste, il prezzo medio indicato nei contratti medesimi.
  • Qualora la differenza sia positiva, il GSE eroga il relativo importo al produttore. Nel caso in cui la predetta differenza risulti negativa, il GSE conguaglia o provvede a richiedere al produttore l’importo corrispondente.
  • Le disposizioni non si applicano all’energia oggetto di contratti di fornitura conclusi prima del 27.01.2022, a condizione che non siano collegati all’andamento dei prezzi dei mercati spot dell’energia e che, comunque, non siano stipulati a un prezzo medio superiore del 10% rispetto al valore di cui alla lett. a), limitatamente al periodo di durata dei predetti contratti.

 

Detrazioni per familiari a carico

                              Art. 19, c. 6

  • La detrazione per le altre persone a carico di cui all’art. 12, c. 1, lett. d) Tuir è riconosciuta con esclusione in ogni caso dei figli, ancorché per i medesimi non spetti la detrazione per figli a carico di cui all’art. 12, c. 1, lett. c) Tuir.
  • Ai fini delle disposizioni fiscali che fanno riferimento a carichi di famiglia, i figli per i quali non spetta la detrazione ex art. 12 c. 1 lett. c Tuir sono considerati al pari dei figli per i quali la medesima spetta.

 

Trattamento di integrazione salariale Covid per imprese di rilevante interesse strategico nazionale 

                              Art. 22, c. 1

  • In via eccezionale, le imprese con un numero di lavoratori dipendenti non inferiore a 1.000 che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale (art. 1 D.L. 207/2012) possono presentare domanda di proroga del trattamento di integrazione salariale Covid di cui all’art. 3 D.L. 103/2021, per una durata massima di ulteriori 26 settimane fruibili fino al 31.03.2022, nel limite massimo di spesa di 42,7 milioni di euro.
  • L’Inps provvede al monitoraggio del limite di spesa; qualora emerga che è stato raggiunto anche in via prospettica il limite di spesa, non prende in considerazione ulteriori domande.

 

Proroga sospensione dei mutui nei comuni del cratere Centro Italia

                       Art. 22, cc. 3, 4

  • È prorogata dal 31.12.2021 fino al 31.12.2022 la sospensione dei mutui nei Comuni del cratere sismico del Centro Italia, di cui all’art. 14, c. 6 D.L. 244/2016 e all’art. 2-bis, c. 22 D.L. 148/2017. La sospensione riguarda sia le attività economiche e produttive sia i soggetti privati per i mutui relativi alla prima casa di abitazione, inagibile o distrutta.

 

Ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro 

                                      Art. 23  

  • È soppresso l’art. 5, c. 1-bis, ultimo periodo D.Lgs. 148/2015, che prevedeva la cessazione, per i trattamenti di integrazione salariale relativi a periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa decorrenti dal 1.01.2022, dell’esonero dalla contribuzione addizionale dovuta per la domanda di integrazione salariale dalle imprese che fabbricano elettrodomestici, con un organico superiore alle 4.000 unità e con unità produttive site nel territorio nazionale, di cui almeno una in un’area di crisi industriale complessa, le quali, al fine di mantenere la produzione esistente con la stabilità dei livelli occupazionali, abbiano stipulato contratti di solidarietà.
  • In caso di pagamento diretto delle prestazioni relative agli ammortizzatori sociali, il datore di lavoro è tenuto, a pena di decadenza, a inviare all’Inps tutti i dati necessari per il pagamento dell’integrazione salariale entro la fine del secondo mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale, ovvero, se posteriore, entro il termine di 60 giorni dalla comunicazione del provvedimento di autorizzazione. Trascorsi inutilmente tali termini, il pagamento della prestazione e gli oneri a essa connessi rimangono a carico del datore di lavoro inadempiente.
  • Il lavoratore che svolge attività di lavoro subordinato di durata superiore a 6 mesi, nonché di lavoro autonomo durante il periodo di integrazione salariale, non ha diritto al trattamento per le giornate di lavoro effettuate. Qualora il lavoratore svolga attività di lavoro subordinato a tempo determinato pari o inferiore a 6 mesi, il trattamento è sospeso per la durata del rapporto di lavoro.
  • L’esame congiunto nell’ambito della procedura per le integrazioni salariali può essere svolto anche in via telematica.
  • È abrogato l’art. 22-ter, c. 5 D.Lgs. 148/2015, il quale prevedeva che, per l’anno 2022, il trattamento straordinario di integrazione salariale per riorganizzazione o crisi aziendale poteva essere concesso esclusivamente per la proroga dell’intervento di integrazione salariale straordinaria per la causale contratto di solidarietà.
  • Per periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa decorrenti dal 1.01.2022, l’assegno di integrazione salariale di cui all’art. 30, c. 1 D.Lgs. 148/2015 in relazione alle causali di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa previste dalla normativa vigente in materia di integrazioni salariali (non più solo ordinarie), è riconosciuto con i criteri e per le durate di indicate.
  • Per periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa decorrenti dal 1.01.2022, i fondi di solidarietà bilaterali assicurano, la prestazione di un assegno di integrazione salariale di importo almeno pari a quello definito per i trattamenti ordinari e straordinari di integrazione salariale, e stabiliscono la durata della prestazione in misura almeno pari ai predetti trattamenti di integrazione salariale, a seconda della soglia dimensionale dell’impresa e della causale invocata, e comunque nel rispetto delle durate massime complessive previste dalle varie norme relative ai suddetti 2 istituti.

 

Misure urgenti a sostegno del settore suinicolo

                                      Art. 26

  • Al fine di tutelare gli allevamenti suinicoli dal rischio di contaminazione dal virus responsabile della peste suina africana e indennizzare gli operatori della filiera suinicola danneggiati dal blocco alla movimentazione degli animali e delle esportazioni di prodotti trasformati, nello stato di previsione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sono istituiti due fondi denominati, rispettivamente, «Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza» («Fondo di parte capitale») e «Fondo di parte corrente per il sostegno della filiera suinicola» («Fondo di parte corrente»).
  • Il Fondo di parte capitale è destinato al rafforzamento degli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza, in conformità alle pertinenti norme nazionali e dell’Unione europea,
  • Il Fondo di parte corrente è destinato ad indennizzare gli operatori della filiera colpiti dalle restrizioni sulla movimentazione degli animali e sulla commercializzazione dei prodotti derivati.

 

Aiuti di Stato

                              Art. 27, c. 1

  • Sono adeguati i limiti degli aiuti che le Regioni, le Province Autonome gli altri enti territoriali, e le Camere di commercio possono adottare a valere sulle proprie risorse, ai sensi della sezione 3.1 del Quadro temporaneo di aiuti di Stato (Temporary Framework), in base ai nuovi massimali fissati dalla Commissione europea il 18.11.2021. In particolare, il limite per gli aiuti di importo limitato (sezione 3.1) è aumentato da 1,8 a 2,3 milioni di euro. Per le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura il limite è aumentato a 345.000 euro e per le imprese operanti nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli a 290.000 euro. È inoltre elevato da 10 a 12 milioni per impresa l’importo massimo degli aiuti di cui alla sezione 3.12 del Quadro temporaneo, ossia degli aiuti che possono contribuire alla copertura dei costi fissi non coperti dalle entrate per le imprese particolarmente colpite dalla crisi conseguente alla pandemia, con perdite di fatturato pari ad almeno il 30% nel periodo ammissibile (periodo compreso tra il 1.03.2020 e il 30.06.2022) rispetto allo stesso periodo del 2019.

 

Abrogazione disciplina “call off stock”

                              Art. 27, c. 2

  • È abrogato l’art. 21 L. 238/2021, che sarebbe entrato in vigore dal 1.02.2022, riguardante la disciplina degli acquisti intracomunitari in regime cosiddetto di “call off stock”, ossia delle operazioni con cui un soggetto passivo spedisce o trasporta beni da uno Stato Ue a un altro Stato Ue, per essere ivi ceduti, in una fase successiva e dopo il loro arrivo, a un altro soggetto passivo che ha il diritto di acquistarli in conformità a un accordo preesistente tra i due soggetti passivi.

 

Limiti alle cessioni dei crediti fiscali

                                      Art. 28  

  • I soggetti che fruiscono dei crediti d’imposta per interventi edilizi ex art. 121 D.L. 34/2020 e dei crediti d’imposta riconosciuti da provvedimenti emanati per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 ex art. 122 D.L. 34/2020 possono optare, in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione spettante, alternativamente:
  • per lo sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, cedibile dai medesimi ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione;
  • per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare, ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione.
  • Tutti i contratti stipulati in violazione delle predette disposizioni saranno considerati nulli.

martelletto
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[ Novembre 18, 2020 0 Comments ]

Consigli non richiesti ai governanti

In modo molto prevedibile è ripresa la “paura del contagio” e certamente non voglio entrare nel merito politico della gestione dello stesso.

Il grande dilemma di oggi: Morire di Covid-19 o Morire di economia cioè di fame. La salute dei cittadini è naturalmente un aspetto prioritario ma va trovato un equilibrio tra la salute e l’economia, che non è certamente semplice, senza considerare le grandi sfide internazionali ed i rapporti in continua mutazione tra USA e CINA. Sono circa 10 anni che la nostra economia soffre sia per problematiche strutturali mai risolte, che per eventi endogeni come la crisi bancaria del 2008 e di conseguenza del debito del 2011. Vorrei ricordare che oggi il livello di PIL reale non ha ancora ancora stato raggiunto il livello del 2007 dove però il rapporto debito/PIL era del 105% circa raggiungendo il 133% nel 2019. Ci furono prima gli interventi della BCE per aiutare il sistema UE e gli egoismi degli stati divisi tra falchi (rigoristi e puri) e colombe (keynesiani e spendaccioni); la BCE grazie alle clausole di salvaguardia supportò gli stati europei ma nonostante ciò si parlò della “coperta toppo corta”. Oggi abbiamo un Europa i cui gli eventi storici hanno costretto i miopi governanti di oggi ad avere una visione dell’insieme e strategica del futuro: per la prima volta si è parlato di bilancio europeo, di debito europeo, di aiuti europei. Una visione sino ad ora era stata completamente assente se non tramite interventi in extremis per evitare la rottura del sistema.

Tornando ai numeri:

ll Fmi aveva migliorato le stime per l’Italia per il 2020, tagliando quelle per il 2021. Per l’economia nazionale era attesa quest’anno una contrazione del 8,6%, in miglioramento rispetto al -12,8% previsto in giugno. Il prossimo anno il Pil è invece stimato in rialzo del 5,2%, ovvero l’1,1% in meno rispetto alle stime di giugno. La Nota di aggiornamento al DEF stilata dal governo di Giuseppe Conte prevede -9% quest’anno e +6% il prossimo. Non sembrano attenuarsi gli effetti del Covid sulla disoccupazione in Italia per la quale il Fmi prevede un livello pari all’11,0% nel 2020, in aumento rispetto al 9,9% del 2019.   Sul fronte del disavanzo le stime sono per un ulteriore incremento nel 2020 al 165,8% del Pil dal 134,8% del 2019, a fronte di una flessione al 158,3% nel 2021 e al 152,6% nel 2025.

Ad oggi i numeri non tornano: Le previsioni alla base del DEF prevedevano come ipotesi di base un costante rimbalzo dell’economia a partire da Giugno 2019.Come era prevedibile con la semplice regola della “prudenza” di cui parla il nostro codice civile e con cui si redigono i bilanci e tutte le previsioni, il ritorno prepotente del contagio condizionerà le stime dell’ultimo trimestre e molto probabilmente quelle reali saranno molto più vicine a quelle del FMI.

Cosa succederà tra 15 mesi con un debito/pil al 170% circa e con un PIL in caduta di circa l’11% nel 2020 ed un rimbalzo del 6% per il 2021? Cosa succederà In un paese stremato in cui le tensioni sociali potrebbero sfociare in qualcosa di molto più drammatico ovviamente da evitare, torneremo a parlare di un paese in stagnazione? Torneremo ad essere un paese con la coperta corta e con le famose clausole di salvaguardia impossibilitato ed ingessato in tutte le politiche fiscali ed economiche? Se questi sono i dati, e purtroppo sono impietosi, la cosa peggiore che può fare un governo è nasconderli o far finta che tutto va bene con lo slogan ormai non più credibile “noi ne usciremo”. Giustamente, da una crisi si possono avere due soluzioni: piangersi addosso facendo le vittime e dare la responsabilità ad altri o cogliere l’opportunità per un rinnovamento della nostra burocrazia e della nostra economia.

Molti economisti si stanno cimentando su tale problema. Basta vedere lo studio di Banca Intesa guidato da Gregorio de Felice; le soluzioni proposte da Giavazzi ed Alesina, da Carlo Cottarelli, da Padoa Schioppa ed in ultimo le osservazioni della stessa Banca d’Italia: il problema è complesso in cui si intrecciano variabili dipendenti come il saldo primario, il livello dei tasi di interesse reale e nominale, l’impatto dell’Inflazione sino ad arrivare ad ipotizzare interventi non sul flusso ma sullo stock del debito come le privatizzazioni; le vendite dei beni dello stato oppure la ristrutturazione del debito o altro.

Al di là delle diverse modalità su come affrontare i numeri POST COVID-19 tutti non possiamo prescindere dal fatto che:

  • La situazione sociale ed economica del paese non permette più politiche di austerità come l’aumento delle tasse o la riduzione della spesa corrente
  • Vista l’entità dei numeri la sola inflazione non è più sufficiente per una sostanziale riduzione del debito e la stessa dovrebbe essere talmente alta che sarebbe possibile solo con l’uscita dall’euro e successiva svalutazione. Tale via non è certo auspicabile poiché porterebbe altri enormi squilibri.
  • La crescita reale tenendo fisso il numeratore e cioè il debito è l’unica strada percorribile per la sostenibilità del Paese senza operazioni di natura straordinaria per la riduzione del debito

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commercialista
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[ Maggio 1, 2020 0 Comments ]

I NUMERI PARLANO

 

Dalla relazione del DEF del 2019 avremmo avuto pre-covid19 una spesa per interessi nel 2020 di 66 MLD e nel 2021 di circa 70 MLD

IL PIL 2019 è stato circa di 1.800 MLD e la pressione fiscale del 42,6%.

Il rapporto debito/PIL 2019 è di circa il 135% ed il debito a valore nominale oggi è pari a 2.430 MLD.

Ipotizzando nella nostra analisi una diminuzione del PIL su base annua del 6% ed un costo della crisi di circa 300 MLD per lo stato (circa 90 nei 2 decreti di Aprile e ulteriori 200 MLD di finanziamenti vari provenienti dalle diverse fonti UE oggi in discussione).

Per l’anno in corso lo stato, se si dovessero avverare li ipotesi di cui sopra, avrà una diminuzione delle entrate di circa 26,44 MLD ed un aumento dei costi per interessi sul debito di circa 3,6 MLD nel 2020 e ulteriori 4,4 nel 2021 passando dai 70 preventivati nel DEF 2019 1i 78 MLD del 2021.

Partendo da tali ipotesi ad oggi molto concrete possiamo concludere che:

Una crescita del PIL nel 2021 del 5% non sarebbe certo sufficiente a sterilizzare le perdite del 2020 e porterebbe rapporto debito/pil al 162% rendendo la spesa per interessi molto difficile per le nostre finanze in termini di sostenibilità e cioè senza un ulteriore avanzo primario in termini assoluti molto maggiore di quello degli anni precedenti.

Dunque giusto discutere su come finanziarsi ma sarebbe serio incominciare a discutere di come trasformare il nostro paese, poiché se non saremmo liberati da lacci e laccioli, le nostre potenzialità di crescita saranno estremamente limitate, come è stato in questi ultimi anni essendo il fanalino di coda nella euro zona. Per quanto ad oggi è molto difficile avere una visione di medio periodo, se non si fanno riforme strutturali dal lato del fisco e della burocrazia e politiche di investimenti produttivi, il futuro no sarà roseo. Non saremo commissariati ora ma lo saremo nel 2022.

Affrontare questa situazione con la miope speranza di ragionare sui risparmi degli italiani (altro che sommossa sociale) o con la solita incapacità di affrontare seriamente tutte le problematiche che stanno da tempo incatenando l’economia del nostro Paese sarebbe delittuoso. Il tema non è come indebitarsi ma come riaccendere la nostra economia.

Un dibattito ad oggi ancora inesistente nell’agenda politica, l’unica strada di buon senso è cogliere questo momento per finalmente riformare la funzionalità del nostro Stato.

Oltre a queste commissioni d’urgenza nate per spiegarci cosa fare nel brevissimo (come porre in essere la fase 2) è necessario creare politiche che abbiano una Visione UNA VERA VISIONE DEL PAESE. In poche parole quali sono i settori strategici su cui investire e fare politiche economiche e fiscali che siano di supporto a queste scelte strategiche. Internalizzazione, green economy, giacimenti culturali e turismo, filiera alimentare e scelte di politica industriale che guardino al futuro, realizzando alleanze societarie e internazionali, in poche parole sapere qual è la nostra collocazione geopolitica e geoeconomica nel mondo.

Per questo si vuole stimolare una strada, una via di operare che visto i numeri rappresenta forse la vera via d’uscita:

  • Una costituente che matte mano alla stessa senza stravolgerla tutelando naturalmente tutti i diritti fondamentali ma che sia più efficiente nel processo decisionale ( vedi rapporto stato-Regioni o la semplificazione nel processo di formazioni delle legge, elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica, legge elettorale a doppio turno alla francese primo turno proporzionale puro e secondo accordi di maggioranza)
  • Una riforma della giustizia civile e penale, ormai da troppo tempo evocata, non ideologica ma coraggiosa, che elimini il CSM e lo sostituisca con un organismo scelto a sorteggio tra i cittadini come avviene per i giudici popolari e una parte nominata dai partiti tra figure emerite dell’Università e del mondo dell’avvocatura.
  • Un accordo preventivo con il fisco per il pagamento delle tasse per il triennio successivo. In tal modo lo stato ed il contribuente sapranno quale sono i loro impegni. Le imprese che aderiranno a tale accordo potranno essere esentate da controlli fiscali e gli stessi controllori potranno rivolgere le loro risorse verso un controllo che miri a presidiare il territorio e che non si basi esclusivamente sul controllo del dichiarato
  • Una pacificazione fiscale con il passato. Non si può ripartire da questo shock senza riazzerare il pregresso
  • Nuova Liberalizzazione delle attività: sburocratizzare e abolizione dell’ANC immettere nella PA controlli esterni su coloro che hanno potere di firma o di decisione sui loro patrimoni personali e famigliari
  • Far ripartire il volano dell’edilizia

La sostanza è che dobbiamo mettere il paese nelle condizione, per gli anni avvenire di crescere                non più la metà di tutti i sui concorrenti Europei, quando le cose vanno bene ma in modo costante realizzando un nuova rinascita economica che sia da stimolo e da traino allo stesso processo di integrazione europea.

Se non riusciamo a fare questo non basterà trovare i soldi per la ripartenza perché dal 2022 vi sarà una lenta agonia verso un vero shock sociale e finanziario.

Ne dobbiamo uscire diversi e migliori. Non basterà trovare le risorse e senza alcun cambiamento strutturale altrimenti questa volta non ne usciremo.

 

 

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[ Maggio 1, 2020 0 Comments ]

Una proposta per UE

Piano Marshall per l’Europa con I TITOLI IRREDIMIBILI

Vorremmo iniziare questo articolo con lo spiegare cosa sia un titolo irredimibili: trattasi di obbligazioni caratterizzate dal solo pagamento della cedola mentre la loro durata è senza scadenza. Sul mercato internazionale vengono così definite le obbligazioni, di regola a tasso variabile, che non recano alcuna data di scadenza; l’emittente assume semplicemente l’impegno al pagamento degli interessi per un periodo indefinito, riservandosi peraltro il diritto di riacquistare i titoli. Questa tipologia di obbligazioni ha trovato un discreto ma breve successo verso la metà degli anni ’80 con le emissioni dei cosiddetti perpetual bond.

Nella situazione finanziaria in cui si trovano i paesi del mediterraneo potrebbe essere l’unica soluzione e potremmo proporre questa strada.

In cambio di questo no agli EuroBond la commissione UE e la BCE hanno rilanciato alcune proposte che sono a nostro giudizio insufficienti, esse creano un enorme fraintendimento quando si parla di “piano Marshall per la UE”: il Piano Marshall del secondo dopoguerra fu efficace perché non appesantì l’Europa di nuovo debito pubblico in quanto per l’85% era un fondo perduto, finanziato all’epoca dagli USA, per realizzare infrastrutture, lavoro e rilanciare il nostro continente.

Tutti gli strumenti messi in campo dall’Europa invece, il Quantitative Easing da 750 miliardi (beninteso, una fortuna esista), il SURE da 100 miliardi, il famigerato MES, sono tutte forme di finanziamento a debito. Aderire a queste proposte significa per le nazioni europee aumentare il proprio debito pubblico e fra l’altro, nel caso del MES, un debito che potrebbe comportare forti condizionalità. Anche nel caso del SURE, i cui fondi sono garantiti con una irrituale emissione di bond sul mercato da parte della Commissione UE con controgaranzie degli aderenti, si tratterebbe di nuovo debito. Esistono però altre modalità, sebbene non si vogliano applicare.

La BCE ha già da anni attivato il processo denominato nella vulgata popolare come “stampare moneta” e ha impiegato questa moneta per finanziare sul mercato secondario l’acquisto di titoli di debito italiani ed europei con il quantitative easing.

Ma se utilizzassimo i titoli irredimibili per finanziare la ripresa e per generare davvero un Piano Marshall?

Potremmo inseguire tale strada con due modalità:

1) tramite una emissione diretta dei singoli stati: In tal caso aumenterebbe nominalmente il debito pubblico ma l’impatto finanziario della sostenibilità di questa crescita del debito sarebbe assolutamente sostenibile.

L’Italia potrebbe emettere 250 MLD di titoli irredimibili che sicuramente aumenterebbe il rapporto debito/Pil della stessa cifrca 250 MLD) ma la sostenibilità finanziaria sarebbe di circa 2,3 mld l’anno.

L’impatto che tale cifra potrebbe avere sulla produzione industriale del nostro paese e quindi sulla crescita del PIL nel lungo periodo permetterebbe di coprire il costo dei soli interessi in modo molto agevolato: ricordo che il PIL italiano è di circa 2.120 MLD, questo vuol dire che 1% di crescita del PIL vale circa 20 MLD.

Dunque se soltanto utilizzassimo tale risorse per far ripartire l’economia, mediante investimenti in infrastrutture, innovazione e ricerca che accompagnino finalmente anche le riforme strutturali che semplificano il Paese (vedi Burocrazia) questo nuovo debito ci peserebbe circa lo 0,1 del PIL.

2) tramite un coinvolgimento Europeo che finalmente potrà dimostrare al popolo che l’Europa esiste e che finalmente è nata “L’Europa Politica”:

In tal caso lo stock di debito nominale non peserebbe sui singoli stati che comunque si faranno carico indirettamente del pagamento degli interessi.

Vediamo come: La UE tramite la BEI (partecipata dai singoli stati dell’unione), potrebbe prevedere di emettere bond irredimibili da 800/1000 miliardi (si restituirà per sempre solo la quota interessi ma non quella capitale). In tal modo lo stock di debito graverebbe sulla BEI (che emette titoli irredimibili sottoscritti dalla BCE) e noi sui singoli stati che però garantirebbero il pagamento degli interessi.

Tali titoli dunque verranno sottoscritti dalla BCE ed utilizzati per la ricostruzione post pandemia. Con questa “arma nucleare” economica si potrebbe finanziare senza che le risorse vadano a pesare sul debito dei singoli stati tutti i progetti strutturali di ricostruzione delle economie europee, naturalmente con una adeguata distribuzione delle risorse garantita dalla commissione.

Inoltre, grazie al meccanismo della “leva”, con questi finanziamenti si potrebbero costituire investimenti moltiplicati per cinque volte. Tale pratica come politica monetaria andrebbe seguita nel tempo, onde evitare gli effetti collaterali quali eccessiva inflazione e svalutazione dell’Euro verso monete straniere, che comporta l’eccesso di “stampo di moneta” (effetti collaterali che a dire il vero che in tanti anni di QE non si sono mai notati). Si potrebbe avviare con risorse vere per davvero un nuovo Piano Marshall.

[ Marzo 20, 2020 0 Comments ]

LA CRISI CHE VERRÀ: SI FACCIA L’EUROPA COMINCIANDO CON GLI EUROBOND

La crisi che verrà: si faccia l’Europa cominciando con gli EurobondIn pochi anni la storia ci ha portato per ben due volte di fronte a scelte epocali:

La prima in seguito alla crisi finanziaria del 2008 ed alla crisi del debito greco, conclusasi con la famosa frase di Mario Draghi “we’ll do whatever it takes” del 2012 (faremo il necessario “a qualsiasi costo”). Certo, a sentire la nuova governatrice della Banca centrale europea, Christine Lagarde, qualche dubbio comincia a sorgere.

Ora è il momento di affrontare l’emergenza senza alcun indugio e alcuna polemica nella speranza di limitare il numero delle perdite umane. Questo è il momento della solidarietà, del rispetto delle regole, delle ricerca e per molti di noi della preghiera. Non ho alcuna volontà di inquinare questo delicato periodo con dibattiti di politica interna e mi interrogo su come sarà il Paese nel post-pandemia. Ormai è chiaro che i tempi non saranno brevissimi ed i costi saranno enormi e al momento impossibili da quantificare. Ci sono ancora troppe variabili e i tempi per sconfiggere il Covid-19 nel nostro Paese non corrisponderanno a quelli della Francia, Germania, Spagna ed altri Paesi Ue, senza considerare il resto del mondo come gli Usa ed i Paesi Africani.

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[ Gennaio 15, 2020 0 Comments ]

OPERAZIONI DI DISTRAZIONE DI MASSA SUGLI ITALIANI

Operazioni di distrazione di massa sugli italiani

La crisi decennale continua ad annebbiare il giudizio degli italiani con la complicità di un progetto europeo mai completato. Non emerge una valutazione oggettiva dei fatti, siamo ormai sempre più immersi in una mentalità tipica del manicheismo del tifoso che della capacità di valutare tutte le proposte, in quanto tali, ma la cosa scandalosa è ormai la manipolazione della realtà al fine di supportare un facile consenso elettorale vacuo e che favorisce l’antipolitica e rende ridicolo il nostro Paese nello scenario internazionale. Facciamo piccoli esempi senza avere posizioni preconcette o di preferenza politica.

Ci si racconta di una Finanziaria che ha sterilizzato gli aumenti fiscali dell’Iva: eviterò di entrare nel merito sulla nascita di questi famosi 23 miliardi di clausole di salvaguardia, ma vorrei soltanto ricordare che esse sono state inserite (al di là delle loro valenza costituzionale), dal governo Berlusconi nel 2011 per circa 20 miliardi, ridotte poi da Monti fino a 13,5 miliardi e rimesse con alti e bassi dai governi Letta-Renzi e il Conte 1. Dunque queste clausole sono state utilizzate dal Pd, Forza Italia, Lega e M5s per fare le loro “finanziarie elettorali” e cioè dagli stessi che a turno ci raccontano di averle sterilizzate. Dunque niente riforme ma solo spesa corrente.

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[ Luglio 22, 2019 0 Comments ]

L’unico modello di sviluppo per il futuro

Risultati immagini per Sustainable Development GoalsL’economia, non essendo una scienza esatta, va compresa nei suoi significati e nel loro utilizzo. Generalmente parliamo di sostenibilità sociale, economica ed ambientale, ma l’Europa ha ormai deciso per una restrizione del termine alla sola “Sostenibilità Ambientale”, pertanto “Sostenibile per la UE è sinonimo di Green”.

Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030. È un evento storico, sotto diversi punti di vista. Nella nostra stampa in modo molto provinciale di questo evento ne ha parlato poco e non comprendendo gli impegni e i cambiamenti che esso ci sottopone per migliorare l’ambiente e dunque progettare il futuro con nuovi criteri di sostenibilità. È stata evidenziata l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, e viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Tutti i Paesi sono chiamati allo sviluppo di politiche economiche che siano indirizzarle verso gli obiettivi “Agenda 2030”.

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[ Maggio 21, 2019 0 Comments ]

Il vero segnale della vicenda Carige

Ormai è stato scritto tanto sul sistema bancario italiano e si è fatta speculazione sia finanziaria che politica. La storia delle nostre banche è molto complicata, legata al modo delle fondazioni e della politica ed ha subito grossi scossoni a partire dalla crisi del 2008. Come sempre i ritardi nelle decisioni hanno pesato molto rispetto ad altri Paesi (vedi gli interventi pubblici in Spagna, Germania e Francia). La ciliegina è stata l’approvazione del Bail-in solo quando altri Paesi avevano già messo in sicurezza le proprie banche, mentre il nostro Paese era rimasto schiacciato dalla storia degli Npl (Non Performing Loans o crediti deteriorati per semplicità).

Utilizzo il termine “Storia” perché come è vero che esiste il problema “crediti deteriorati” aggravato da 10 anni di completa stagnazione (abbiamo ancora 8 punti di Prodotto interno lordo in meno rispetto al 2008) esiste ancora il problema dei derivati che incombe per il sistema bancario tedesco e francese ma di cui nessuno ne evidenzia le criticità (faccio notare come nemmeno gli stessi Stress-Test della Banca centrale europea non ne tengano adeguatamente in considerazione).

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