IL PUNTO: ECONOMIA ED EUROPA
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IL PUNTO: ECONOMIA ED EUROPA
Siamo tutti consapevoli della situazione macroeconomica e dopo aver analizzato, negli articoli precedenti, le cause e gli impatti della stessa, si vuole riportare quello che a livello Europeo, per il nostro ufficio studi, sono le possibili soluzioni ovvero gli errori da non commettere.
Si è portati a scindere tra l’inflazione da “Domanda interna” oppure
“Importata” dai prezzi dell’energia e delle materie prime ma a nostro avviso la situazione è più complicata: dopo circa 10 anni di politica monetaria espansiva e di tassi negativi la massa monetaria sia in zona UE che US ha raggiunto livelli mai visti nei decenni addietro e l’inflazione ne rappresenta un naturale effetto.
Si è creduto, erroneamente, di essere entrati un “nuovo” paradigma economico, e che la stessa inflazione fosse ormai un fenomeno del passato (si è parlato addirittura di trappola della liquidità).
La verità è che sino ad ora tale massa di denaro non si è riversata sui prezzi e pertanto non visibile dalle nostre tipiche misurazioni macroeconomiche ma si è riversata sui mercati finanziari visibile nei tassi dei titoli sovrani al minimo strico ed i valori delle borse a livelli ingiustificati.
Naturalmente con tassi negativi il valore dei titoli (soprattutto quelli tecnologici ad alto tasso di indebitamento) assumono matematicamente dei livelli astronomici: Il DCF (lo sconto dei flussi futuri dei dividendi) con un tasso negativo assume un valore teorico “infinito” creando una naturale bolla sui mercati finanziari.
Dunque, l’aumento della massa monetaria, negli anni, non si è scaricata sui prezzi ma sui mercati finanziari e per molto tempo abbiamo pensato che questo avrebbe rappresentato il nuovo equilibrio economico.
La “pandemia” e la “guerra” sono stati i catalizzatori della rottura di questo presunto equilibrio e lo scenario è oggi alquanto complesso e compromesso.
I dati mostrano ancora una certa solidità della nostra economia domestica male previsioni oltre oceano non sono rosee.
Cosa fare:
- A livello Europeo, accendere una nuova speranza nei Popoli di una Europa solidale. Un Europa dove nel chiedere ai Paesi membri doverose riforme a processi ormai obsoleti, la stessa UE dovrà mettersi in discussione incardinando una strada di riforme europee in tema di:
- Patti di stabilità: prevedere indicatori che adeguino gli obiettivi dei parametri ai cicli economici ed alle previsioni di sviluppo: uscire cioè da quella cieca rigidità numerica che consenta agli stati di adeguarsi certamente alle regole di sostenibilità finanziaria del debito ma che contempli anche la sostenibilità sociale delle politiche di bilancio per il raggiungimento degli obiettivi di stabilità. Si parla molto in questo periodo di sostenibilità e quindi direi di far nascere “UNA EUROPA SOSTENIBILE” (economica-sociale ed ambientale)
- Modifica dello Statuto della BCE: una banca centrale “simil FED” americana, il cui obiettivo non è solo la stabilità dei prezzi ma coniugare la politica monetaria anche allo sviluppo economico della stessa area UE
- Modifica Governance: ridisegnare il ruolo della commissione e del Parlamento Europeo cominciando dall’eliminazione della famigerata “Unanimità” delle decisioni in commissione che genera una continua trattativa al ribasso verso gli interessi dei singoli stati
- Unico rappresentante Europeo nella politica estera
- La nascita di una difesa Europea coordinata da una cabina di regia costituita dagli stati fondatori della UE
- ………e molto altro ancora potrei dire.
Ci vorranno anni, decenni, ma iniziare questo percorso, darà forza a tutti noi, che crediamo nel sogno De Gasperiano di un Europa politica ed economica (e non solo monetaria) nell’affrontare e sconfiggere quelle forze populiste che scaricheranno sui difetti dell’Unione Europea le difficoltà e le storture dei singoli stati non assumendosi alcuna responsabilità politica.
Solleticheranno, in un periodo di ciclo economico non favorevole, la pancia di chi è deluso creando e sbandierando un nemico invisibile chiamato EUROPA.
Se non saremo in grado di “ravvivare” questo sogno affrontando pragmaticamente le sfide di oggi senza inutili dogmi, allora si dovrà prendere atto che questa generazione di politica europea (Popolari Socialisti e Verdi che da anni governano l’Europa) avranno fallito l’obiettivo ed un nuovo equilibrio politico sarà chiamato a governare questa transizione.
E’ l’ora del coraggio e della visione.